Il trucco è mettere in chiaro la differenza tra ciò che voi volete che accada e quello che sapete che accadrà.



domenica 13 maggio 2007

Arco Azzurro, una bellezza senza spettatori

LE MERAVIGLIE NASCOSTE

  • Famosissimo per esser stato lo sfondo della pubblicità dei ‘Baci Perugina’. Un’autentica meraviglia della natura, simbolo della bellissima costa che si estende da Aspra a Santa Flavia, passando per Capo Mongerbino e Capo Zafferano. L’Arco Azzurro concede il privilegio del suo incanto solo a chi può raggiungerlo per mare, a bordo di una lancitiedda o di un’altra imbarcazione che consente l’avvicinamento sicuro alla parete a strapiombo.
  • Non sono ostacoli naturali che ne impediscono l’esplorazione via terra, ma barriere di natura edilizia e abusiva, vietandone l’accesso. Ville a picco sul mare, residence, fabbricati abusivi, cantieri a cielo aperto fanno da cornice al promontorio sconosciuto alla gran parte dei bagheresi. Del resto, a chi chiede ai residenti di concedere la “cortesia” del passaggio pedonale viene ricordato che si tratta di proprietà privata.
  • Fra i tanti abusi edilizi vi è lo scheletro di un fabbricato costituito da una struttura in cemento armato del piano terra, la pilastratura del primo piano e la preparazione per il getto del solaio di copertura; un vero scempio che sovrasta l’Arco come simbolo di un abusivismo selvaggio. La storia convulsa della struttura inizia negli anni ottanta e solo adesso sembra terminare con l’acquisizione e la sperata demolizione, dopo anni di incuria e disinteresse delle varie Amministrazioni. Nel lontano 1983 partì un’indagine della Guardia di Finanza per “lavori di sbancamento entro i trenta metri dal ciglio elevato dal mare” che permise l’identificazione del proprietario, il boss di Ciaculli Nicola Prestifilippo. Seguirono ingiunzioni di sgombero da parte della capitaneria di porto di Palermo, la diffida del sopraintendente per i beni ambientali ed architettonici, infine l’ordine di apporre i sigilli al cantiere. Poi il balletto burocratico sull’effettiva proprietà di Prestifilippo, la richiesta di sanatorie da parte di presunte ditte proprietarie dell’immobile, mazzi di sentenze e ricorsi respinti dal TAR fecero scivolare la questione nel dimenticatoio fino al 2006, quando il responsabile del Servizio repressione dell’abusivismo urbanistico ed edilizio e il Comando di polizia municipale si ricordarono di un’ordinanza di demolizione notificata al rappresentante della ditta “Sibar”, a cui era stata negata la richiesta di sanatoria.
  • L’inottemperanza costituì, nel gennaio 2007, titolo per l’acquisizione gratuita da parte del Comune. Ora si aspetta solo la demolizione dell’edificio, prevista per i prossimi mesi.
    Sono serviti venti anni per acquisire l’eco-mostro di Capo Mongerbino, eppure non basterà per riconsegnare alla natura uno dei suoi gioielli naturalistici più belli. Alcune parti dell’edificio abusivo, infatti, non potranno essere abbattute a causa del rischio geologico: ciò che i tecnici temono è la possibilità che si possano creare gravissimi danni all’Arco. Sul posto si pensa di realizzare una terrazza sul mare dalla quale sia possibile ammirare le bellezze naturali della costa. Ma mai più la purezza di quello scorcio potrà essere recuperata.

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